Rifiuti spiaggiati: l’indagine Beach Litter 2025 rivela un’Italia costiera sempre più fragile
Rifiuti spiaggiati: l’indagine Beach Litter 2025 rivela un’Italia costiera sempre più fragile
Ogni metro di spiaggia racconta una storia. Purtroppo, oggi, questa storia parla sempre più spesso di plastica, vetro, e altri rifiuti che invadono i nostri litorali. L’indagine Beach Litter 2025 di Legambiente lancia l’allarme: le coste italiane soffocano sotto il peso dei rifiuti abbandonati, con una media di oltre 800 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia monitorata (un dato in crescita rispetto allo scorso anno). L’analisi, in particolare, ha rilevato una presenza massiccia di rifiuti antropici, generati da comportamenti quotidiani e abbandoni sistemici, accanto a materiale organico come la posidonia oceanica spiaggiata mista a microplastiche e scarti non biodegradabili.
Un fenomeno che non risparmia nessun territorio e che mette a rischio biodiversità, turismo e qualità della vita lungo i litorali. In questo scenario critico, diventa urgente non solo documentare, ma soprattutto intervenire con soluzioni concrete a tutela del patrimonio costiero.
Ed è qui che entrano in gioco le buone pratiche. In Sardegna, a Quartu Sant’Elena, l’impegno concreto di Ecocentro Sardegna, società del Gruppo Esposito, rappresenta un esempio di come sia possibile trasformare un problema ambientale in un’opportunità. L’impianto, brevettato a livello internazionale, è in grado di:
- recuperare sabbia contaminata dai rifiuti, depurarla e restituirla alle spiagge di provenienza, contrastando così l’erosione costiera;
- trasformare la posidonia spiaggiata — ormai priva di vita — in un prodotto finito, Posidonia Garden, un terriccio organico al 100% sostenibile destinato ad agricoltura e vivaismo.
Un perfetto esempio di come innovazione e tecnologia possano essere messe al servizio della sostenibilità, migliorando la qualità dell’ambiente e al contempo generando valore economico, restituendo valore a ciò che spesso viene considerato solo scarto.