European waste management: scenari e prospettive per il futuro
European waste management: scenari e prospettive per il futuro
Qual è lo scenario delle discariche in Europa? Quali sono le prospettive dell’Unione Europea per migliorare la gestione dei rifiuti? Partiamo da queste domande, tracciando una panoramica sull’attuale contesto europeo, che fa dell’economia circolare il pilastro per migliorare le attività di waste management.
Secondo l’European Enhanced Landfill Mining Consortium, le discariche in funzione in Europa sono quasi 500 mila, un numero destinato a ridursi in funzione di un approccio sempre più orientato al riciclo, recupero e risparmio energetico.
L’assioma “prendi, produci, consuma, butta” alla base dell’economia tradizionale non può più valere nell’attuale contesto socio-economico. Servono azioni e soluzioni concrete per una transizione verso l’economia circolare. E occorre farlo subito.
Dal 2004 il Gruppo Esposito ha accolto questa sfida, facendosi promotore del concetto di “End of Waste”: i rifiuti, opportunamente trattati, non sono più concepiti come “scarti”, ma una risorsa preziosa. In questo senso, il Gruppo si occupa della progettazione, realizzazione e conduzione di impianti industriali innovativi per il recupero di rifiuti di diversa natura (con particolare riferimento ai rifiuti da spazzamento stradale, spiaggiati e i limi).
Non solo smaltimento in discarica, perché un altro grande problema è la cattiva pratica di esportazione dei rifiuti: secondo le ultime stime del 2022, l’Unione Europea ha esportato circa 32,1 milioni di tonnellate di rifiuti verso paesi terzi (soprattutto Turchia e India).

Per arginare questo fenomeno, nel febbraio del 2024 il Parlamento europeo ha approvato regole più severe per limitare l’esportazione dei rifiuti verso paesi OCSE, ma la pratica resta ancora diffusa, soprattutto in Germania, Paesi Bassi e Svezia.
Regole che devono andare al pari passo con una sempre e più diffusa rete capillare di impianti dedicati al recupero dei rifiuti sui territori nazionali di riferimento.
Basti pensare che in Italia, la mancanza di impianti di trattamento costa 1 miliardo di euro all’anno a causa dell’export. Fonte:Report “Ambiente, Energia, Lavoro – La centralità dei rifiuti da attività economiche”, Assoambiente.
Ecco che allora il Gruppo Esposito risponde con oltre 11 impianti attivi in Italia e altri 11 in progettazione e realizzazione, per un valore di commesse di oltre 45 milioni. In particolare, otto nuovi impianti saranno destinati al trattamento e al recupero delle terre da spazzamento. A questi, si aggiungono altri tre impianti per il trattamento dei rifiuti spiaggiati, a favore di una gestione dei rifiuti sempre più efficiente e radicata sul territorio.