L’Imperativo dell’Economia Circolare: il contributo del Gruppo Esposito
L’Imperativo dell’Economia Circolare: il contributo del Gruppo Esposito
L’avanzata dell’economia circolare incontra una svolta cruciale. Il recente rapporto del Circular Economy Network pone in evidenza una contrazione del tasso di circolarità, sceso da 9,1 a 7,2 in soli cinque anni, sollevando così l’attenzione sull’urgente necessità di interventi efficaci nel settore del riciclo e del recupero dei rifiuti.
In questo scenario, il Gruppo Esposito emerge come protagonista, con le sue invenzioni brevettate a livello internazionale che promettono di ridisegnare il panorama del trattamento dei rifiuti. La visione del Gruppo è chiara: trasformare quello che è stato a lungo considerato uno scarto in risorsa. Una expertise che si estende in modo particolare ai rifiuti derivanti dallo spazzamento stradale e ai rifiuti spiaggiati, spesso marginalizzati dalle politiche di recupero tradizionali.
Il Gruppo Esposito, attraverso le sue tecnologie innovative, riesce a trattare queste categorie di rifiuti in modo tale da generare nuove materie prime secondarie che possono essere commercializzare o reintegrate nei cicli produttivi. Questo significa ridurre concretamente l’impiego di risorse vergini e l’impatto sull’ambiente.
Di questo e dei progetti in cantiere dell’azienda bergamasca, ha parlato Ezio Esposito, Presidente del Gruppo omonimo, in un’intervista esclusiva al Canale EUROPA: dai fondi alle idee di T.C.S. TELE COSTA SMERALDA.
“Il nostro è un approccio rivoluzionario. I nostri impianti sono in grado di recuperare circa il 90% dei rifiuti in ingresso, generando nuovi materiali che trovano impiego nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura. – ha dichiarato Ezio Esposito – Questi risultati hanno generato un notevole riscontro a livello nazionale. Oggi, infatti, stiamo lavorando per la progettazione e realizzazione di 11 nuovi impianti in Italia, che si vanno ad aggiungere agli 11 già operativi”.
La sfida evidenziata dal rapporto del Circular Economy Network non è soltanto una questione di numeri, ma riflette un’esigenza più profonda: quella di costruire un modello di economia circolare sempre più efficiente, in cui innovazione e sostenibilità si sviluppino progressivamente, anticipando le necessità del domani e definendo nuovi standard per la gestione dei rifiuti.