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lunedì 31 Luglio 2023

Un futuro sostenibile per le spiagge Italiane: ecco la rivoluzionaria tecnologia del Gruppo Esposito

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Un futuro sostenibile per le spiagge Italiane: ecco la rivoluzionaria tecnologia del Gruppo Esposito

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Ogni anno milioni di italiani si riversano lungo le coste del bel Paese. Purtroppo ad attenderli non vi sono solo acqua, sole e divertimento, ma anche tonnellate di rifiuti che popolano il mare e le rispettive spiagge. I dati raccolti da Beach litter sono estremamente significativi: 14 milioni di tonnellate di plastiche all’anno versate nei mari e più di 36mila rifiuti raccolti negli oltre 232 mila chilometri quadrati di spiagge italiane. Al di là dei numeri, il dato davvero preoccupante è la varietà e percentuale rifiuti antropici che insieme alle tonnellate di plastica testimoniano comportamenti irresponsabili e negligenti delle persone nei confronti dell’ambiente.

In questo contesto è indispensabile trovare delle soluzioni che siano efficaci e sostenibili, in perfetta sinergia con le associazioni attive sul territorio nazionale in merito alla tutela ambientale.

Detto fatto. Una soluzione arriva proprio dal Gruppo Esposito, la prima realtà in Europa ad aver investito nello sviluppo di una tecnologia per la pulizia degli accumuli di rifiuti e alghe sulle spiagge.

Parliamo in particolare dell’impianto per il trattamento dei rifiuti spiaggiati di Quartu Sant’Elena (CA) realizzato nel 2018 che oggi rappresenta una soluzione perno di tutta la Sardegna e un modello d’eccellenza in Italia.

L’impianto innovativo, entrato in funzione nel 2019 ha trovato l’approvazione ed il sostegno delle due Associazioni ambientaliste più importanti in Italia come Legambiente e Mare Vivo – ha dichiarato Ezio Esposito – Collaboriamo proprio con queste associazioni per trovare soluzioni ambientalmente sostenibili nel trattamento dei rifiuti, volte alla salvaguardia dell’ambiente.”

D’altronde, le tecnologie innovative svolgono un ruolo importante nel percorso di transizione verso un Paese più eco-friendly. Il Soil Washing, tecnologia nota per il trattamento dei terreni di bonifica è stata sviluppata ed incrementata dal Gruppo Esposito per il recupero e il trattamento di rifiuti diversi, permettendo di ottenere oltre il 90% materie prime di alta qualità conformi al test di cessione D.M. 186/2006, certificati CE e conformi alle norme UNI-EN per settore di riutilizzo

“Usando dei termini semplicistici potrei descrivere questo impianto come una grande lavatrice. ha aggiunto Ezio Esposito. – che contestualmente al lavaggio del materiale permette anche una separazione per peso specifico dei diversi materiali presenti. Grazie a questa separazione, che avviene mediante acqua e rifiuti dosati su specifiche macchine brevettate siamo in grado di capire esattamente da che cosa è composto il rifiuto in ingresso che una volta selezionato può essere riutilizzato. Oggi siamo pertanto in grado di affermare che nelle 17mila tonnellate lavorate nel 2022 abbiamo registrato il 60% di sabbia, il 7-8% di rifiuti misti, per lo più plastiche e microplastiche, e il 25% di Posidonia. Questi sono dati importanti ottenuti dalla lavorazione di quantitativi significativi di rifiuto spiaggiato che grazie alla lavorazione effettuata in un impianto industriale hanno permesso di capire da che cosa è costituita effettivamente questa tipologia di rifiuto, e trovare di conseguenza la giusta destinazione ad ogni materiale lavato e separato. 

La sabbia lavata può trovare collocazione sull’arenile di provenienza, contribuendo in questo modo a contrastare il fenomeno di erosione costiere e mantenendo le caratteristiche dimensionali e cromatiche delle spiagge. La posidonia una volta lavata, separata dalla sabbia, dai rifiuti e privata dei cloruri può trovare impiego in diversi settori come l’agricoltura e l’edilizia.  Oggi operiamo soprattutto in Sardegna dove abbiamo realizzato il primo impianto ma abbiamo in corso la realizzazione di altre iniziative analoghe in diverse aree costiere Italiane.

Dal punto di vista legislativo/autorizzativo in Italia non c’è niente di semplice, e diventa ancora  più complesso quando si cerca di fare innovazione ma la collaborazione in essere con le principali Università Italiane con le quali collaboriamo da anni, i continui investimenti propri in ricerca e nella realizzazione di impianti innovativi e la conoscenza di oltre 50 anni maturata nel settore dei rifiuti, permette di supportare chi è delegato al rilascio delle Autorizzazioni dei nuovi impianti.

Con la collaborazione di tutti i soggetti interessati e con i risultati ottenuti, oggi possiamo dire che una nuova concreta soluzione al problema del materiale spiaggiato è stata trovata”.

Esistono, quindi, tanti modi per poter salvaguardare i mari e gli oceani, ma il primo passo fondamentale è quello di seguire comportamenti sensibili verso l’ambiente.

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